Ecco una sintesi delle mie idee su come contrastare la “Malamovida” di S. Salvario. Si tratta di una presentazione schematica; per conoscere per esteso il mio pensiero su questo tema, potete visitare la pagina “IDEE PER LA CIRCOSCRIZIONE“.

  • Volontà Politica: L’amministrazione, in primis quella circoscrizionale, ma soprattutto quella centrale, dovrebbe assumere una posizione di massima fermezza rispetto alle questioni relative alle criticità legate al “divertimento notturno”, declinata nei seguenti termini
    1. PREMINENZA DELL’INTERESSE PUBBLICO SU QUELLO PRIVATO.
    2. PREMINENZA DELLA SALUTE E DEL DECORO URBANO SUL DIVERTIMENTO E LA VALENZA ECONOMICA DELLE ATTIVITA’ COMMERCIALI.
    3. MASSIMA INTRANSIGENZA SUL RISPETTO DI TUTTE LE REGOLE, ATTUAZIONE DI CONTROLLI E L’INFLIZIONE DI SANZIONI.
  • Controlli: Massimizzare l’attuazione di controlli nelle aree di movida, relativi al rispetto di ogni norma di legge, così come di ogni regolamento comunale, in particolare in riferimento alle VIA e VIS. Inoltre, occorre che la notifica della sanzione venga spedita nel giro di pochi giorni. Tra le norme da osservare, vi sono, ad esempio, le seguenti
    1. Regole concernenti la somministrazione delle bevande alcoliche (ad esempio divieto della vendita a minorenni, con richiesta di esibizione di documento di identità, rispetto delle norme relative alla vendita di bottiglie in vetro, ecc.).
    2. Regole fiscali (emissione di scontrini, rispetto delle norme sulla tutela dei lavoratori, ecc.).
    3. Normative edilizie, igienico-sanitarie (ad esempio, adeguatezza degli impianti e del rispetto delle norme di sicurezza, numero massimo di clienti che possono essere serviti rispetto alla superficie interna e dei dehor, adeguatezza dei servizi igienici dei locali, anche in rapporto al numero dei clienti abituali), ecc.
    4. Rispetto delle norme relative ai limiti delle emissioni acustiche (ossia, come riporta il “Piano di Classificazione Acustico”, per quanto riguarda le emissioni, dalle h. 22 alle h. 6: massimo 40 dB per le aree prevalentemente residenziali e 45 dB per le aree miste) eventualmente anche mediante installazione di strumenti di rilevazione in remoto dell’intensità sonora, con automatismo di sanzione in caso di sforamento.
    5. Regole relative alla viabilità (presenza di persone sulle carreggiate, divieti di sosta, passi carrai, doppie file, parcheggio su marciapiedi, piste ciclabili o comunque in aree su cui non sia permessa la sosta, ecc.), al tasso alcolico, ecc., possibilmente con sanzioni immediate.
    6. Regole relative allo smaltimento dei rifiuti (ad esempio bottiglie, bicchieri, ecc.) ed al decoro urbano (ad esempio, orinazione in luogo pubblico, ecc.).
  • Prevenzione: Installazione di segnali contenenti le regole di comportamento civile, colloqui tra i vari attori del territorio, tra cui Educatori di strada, Forze dell’Ordine, avventori. Maggiore frequenza nel lavaggio delle strade e dei bidoni.
  • Pubblica Sicurezza: Organizzare il personale preposto allo svolgimento dei controlli ed al presidio del territorio nelle aree e negli orari critici, in numero adeguato all’efficacia dell’azione. Intervento contestuale e massimo coordinamento fra la Polizia Municipale (che ha compiti di sanzione amministrativa) e le Forze dell’Ordine (che vigilino su legalità ed ordine pubblico). Posizionare un posto di polizia mobile che stazioni in Largo Saluzzo negli orari più critici.
  • Decongestionamento locali e riduzione impatto: Anche adoperando i poteri straordinari attribuiti al Sindaco (ad esempio dal D.L. n°59 del 26/3/2010, art. 64 comma 3, modificato D.L. n° 147 del 6/08/2012), intervenire per tentare di diminuire la densità di locali nelle aree critiche ed il loro impatto sulle criticità, con le opportune istruttorie, in modo da fare sì che tali azioni reggano in giudizio. In particolare:
    1. Bloccare nuove licenze nelle aree critiche ed in quelle immediatamente limitrofe.
    2. Eventualmente, intervenire con sanzioni importanti, compresa la chiusura, sui locali che non rispettino le regole, creando i maggiori disagi.
    3. Rivedere le modalità burocratiche di concessione dei permessi in modo che la verifica del rispetto delle norme (in particolare quelle relative a VIA e VIS) avvenga prima e non dopo l’apertura.
    4. Limitazione degli orari, in particolare dei locali che più creano disturbo: chiusura dei dehores alle ore 0, prolungamento fino alle h. 1 delle attività all’interno, solo nel caso di insonorizzazione che garantisca la completa impermeabilità alla propagazione delle onde acustiche, chiusura di porte e finestre, azione dei gestori al fine impedire stazionamento e disturbo da parte dei propri clienti anche all’esterno dei locali (in base alla recente sentenza della Cassazione che ha attribuito al titolare di un locale l’obbligo di vigilare sul comportamento civile dei propri clienti anche all’esterno).
    5. Prevedere, anche utilizzando come strumento il PIA in via di definizione, la progettazione di un modello uniforme di dehor per tutto il quartiere, esteticamente consono ed in grado di garantire la tutela di residenti e visitatori dall’inquinamento acustico, nonché gli spazi di dimensione adeguata a garantire, in caso di incendio, vie di fuga adeguate.
  • Programmazione Urbanistica: Ipotizzare, ad esempio con revisione del Piano Regolatore o altri strumenti urbanistici, un qualche tipo di pianificazione che porti alla diminuzione dei locali nel quadrilatero di S. Salvario e li indirizzi, eventualmente, in un’area attrezzata appositamente per lo svolgimento di attività di divertimento notturno, in zona periferiche (ad esempio in aree industriali dismesse), insonorizzate e dotabili di presidi sanitari e di forze dell’ordine, servizio di nightbuster che colleghi il centro con tali luoghi permettendo agli avventori di “divertirsi” senza recar danno né a se stessi né agli altri. Tutto questo in base al principio della “riduzione del danno”.
  • Eventi solo diurni: Non sostenere, incoraggiare o patrocinare alcuna attività che di svolga nelle aree di movida in fascia serale o notturna, così da non aggravare ulteriormente l’afflusso di persone nell’area.
  • Antibivacco: Ipotizzare di emanare, nelle aree critiche, un’ordinanza antibivacco, come hanno fatto, negli ultimi anni, molte città italiane per tutelare il loro centro storico o altre aree sensibili, al fine di aiutare le autorità a contrastare l’assembramento ed il degrado.
  • Riqualificazione Commerciale Diurna: Ipotizzare strumenti che possano indurre ad una riqualificazione commerciale delle aree di movida, nel senso di ricostituzione di quel tessuto storico di artigianato e di attività commerciali di qualità, con orari diurni o al massimo serali (ristoranti), compatibili con un territorio prevalentemente residenziale, anche in previsione dello spostamento del “fenomeno movida” in altre aree della città, onde evitare una desertificazione commerciale. Questo può essere realizzato mediante sgravi fiscali, incentivi per i giovani artigiani, adeguamento delle valutazioni catastali, ecc.

 

Riccardo Tassone

 

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