Di seguito il testo della mozione congressuale con cui mi sono candidato alla segreteria del circolo del PD 8 di Torino (San Salvario Cavoretto, Borgo Po).

Ho ottenuto 57 voti su 129 votanti (il 44,18%), un ottimo risultato!

Sono, ormai, 8 anni che sono iscritto in questo circolo. Un tempo ridicolo rispetto alla lunghissima militanza di molti iscritti storici, ma molto lungo rispetto ai ritmi della politica attuale. Credo di rappresentare, in questo senso, un’anomalia, perché, in questi anni, i nostri circoli hanno perso un numero enorme di iscritti e militanti. Non mi pare opportuno adesso, indagare le ragioni di tale tendenza, tirando in ballo anche questioni nazionali, per quanto si tratti di riflessioni che andrebbero fatte; ma, forse, in altra sede.

Eppure la repulsone, l’odio, talvolta, per la politica, vi posso assicurare, perché l’ho toccato con mano, sono profondamente radicati nella società di oggi: vi è quasi la credenza che avvicinarsi alla politica equivalga a contaminarsi. È un meccanismo estremamente pericoloso per la nostra democrazia, soprattutto nell’ottica delle prossime elezioni politiche.

A differenza di molti nel nostro partito, sono molto pessimista sul futuro del partito stesso e del paese tutto.

Cosa può fare un circolo per invertire questa tendenza?

La domanda giusta, forse, è che cosa può fare ciascuno di noi?

Forse non molto, forse nessuno di noi potrà invertire questa spirale, forse non può essere invertita.

Ma, questo non significa che non dobbiamo provarci. Siamo rimasti in pochi e se abbiamo delle idee, delle convinzioni, dei valori o anche delle critiche, è necessario esplicitarle, è necessario farsi avanti per cambiare la realtà delle cose, per cambiare la tendenza, per cambiare la strada buia che il paese sta percorrendo.

E se anche non riusciremo a cambiarla, è nostro dovere morale provarci, perché se non lo facciamo noi, se non lo fa la base, non lo farà nessuno. E se falliremo, saremo comunque a posto con la nostra coscienza, nella consapevolezza di averci provato.

La responsabilità, a mio parere, cade, oggi, su ciascuno di noi. “Odio gli indifferenti” affermava A. Gramsci. Un’affermazione forte, ma che, pur depurata dal verbo “odiare”, mi sento di condividere, oggi più che mai.

L’impegno pubblico, l’impegno politico è, a mio parere, la più nobile di tutte le attività umane, che merita alcuni sacrifici individuali, al fine di mettere la propria persona al servizio della comunità. È un dovere morale farsi avanti per concretizzare le proprie convinzioni ed i propri valori, in tutte le sedi in cui sia possibile farlo, compreso un circolo del Partito Democratico.

Infatti, sono fortemente convinto che uno dei motivi principali per cui la politica ha progressivamente perso la propria credibilità e la propria efficacia sia che ha assunto un punto di vista troppo pragmatico. Essa, ha, oggi, la disposizione a ragionare in termini di utile\non utile. Invece, occorrerebbe riportare la valutazione delle decisioni da assumere, ad una categoria più fondamentale: “giusto\sbagliato”, fare, cioè, riferimento ad un codice di valori, ossia un insieme di “principi”, fortemente consolidati; una piattaforma ideale (non ideologica), che è pressoché scomparsa dopo la fine delle grandi ideologie, sostituita appunto da una visione pragmatica.

È questa la “strada diversa” che, a mio parere, la politica dovrebbe imboccare. Una missione estremamente difficile, mi rendo conto. Io ho deciso di candidarmi, perché ritengo importante che i mie valori, le mie credenze ed i temi che sono per me fondamentali, abbiano una adeguata rappresentanza.

Nel Partito Democratico, oggi, è radicata la convinzione secondo la quale occorre a tutti i costi evitare il confronto, lo scontro, cercare l’unità, che sia reale o solo di facciata. Io credo il contrario, credo che l’unica via affinchè un partito, in particolare il nostro, possa sopravvivere sia fare sì che la dialettica prosperi, la differenza di vedute e di posizioni emergano e si confrontino in un grande tripudio di partecipazione democratica. Non può mai essere, a mio parere, che il confronto possa danneggiarci; può solo arricchirci.

A livello provinciale, si è operata la scelta del congresso unitario. Una opzione che non condivido come metodo. Non la condivido perché significa sottrarre la scelta all’iscritto: metterlo nella condizione di poter scrivere un solo nome e dargli quale unica altra opzione quella di lasciare bianca la scheda; con il massimo rispetto per chi ritiene il contrario, reputo che ciò non sia una forma compiuta di democrazia. Significa nascondersi dietro un falso unanimismo, che storicamente, non ha mai fatto bene a questo partito. Così operando, si rischia di celare i problemi, le molte difficoltà del PD e del centrosinistra torinese, difficoltà che hanno condotto ad una pesante sconfitta alle elezioni amministrative, che hanno consegnato la guida della Città a Chiara Appendino ed al Movimento 5 Stelle.

Io voterò Domenico Carretta come segretario provinciale, lo stimo, lo apprezzo, ma avrei preferito votarlo con la consapevolezza che stavo sostenendo delle posizioni alternative a quella di altri e delle persone piuttosto che altre.

Proprio per evitare che una simile situazione si replicasse sul circolo, ho deciso di farmi avanti. Come ho detto, lo faccio per portare, in questo pur piccolo contesto, quei valori e quei temi in cui io credo fermamente.

Quali sono?

Nel nostro partito, è in corso, da un po’ di tempo, un acceso dibattito culturale, a proposito di che cosa sia “la sinistra”; questo è un circolo che, storicamente, è molto radicato a sinistra. Bene, credo che i valori ed i temi che elencherò, che vanno, ovviamente, ad aggiungersi a quelli classici del progressismo, ossia la solidarietà, l’eguaglianza sociale e la tensione verso i diritti civili e sociali, siano esattamente quelli che oggi caratterizzino la “sinistra”.

Il primo è la Moralità, concetto che intendo in senso molto ampio, riferendomi ad esempio a valori quali Sobrietà, Puntualità, Razionalità, Dignità, Senso del Dovere, Efficienza, Continenza, Temperanza, Rispetto, Essenzialità, e, soprattutto, mettere il bene comune (della comunità, non del partito) di fronte al bene individuale.

A mio parere, una delle grandi emergenze del paese è proprio il fatto che esso difetta di queste caratteristiche, in particolare l’ultima.

Per quanto riguarda il territorio, questo significa massima trasparenza tra gli amministratori e le associazioni, anche in termini di indirizzare i pochi contributi economici a quei soggetti che ne hanno realmente bisogno.

Diretta emanazione dalla Moralità è la Legalità, intesa come Rispetto delle Regole, Trasparenza, Severità, Fermezza, Veracità, Intransigenza, ragionevole Ordine. Ci troviamo in una fase politica in cui gli elettori non sono più disposti a perdonare comportamenti non totalmente specchiati da parte degli esponenti politici e delle istituzioni. Anche la sicurezza delle nostre strade e della nostre piazze è una valore di sinistra.

Un altro valore di sinistra è la Salute, che in San Salvario, vuol dire soprattutto silenzio, tranquillità. È nostro dovere tutelare la salute dei residenti del territorio, proteggerli dal caos provocato dalla movida senza limiti o, ad esempio, dal rumore di un condizionatore fuori misura. Personalmente, mentre la salute è certamente un valore di sinistra, faccio molta fatica, a cogliere, come qualcuno sembra invece fare, la relazione fra sinistra, aperitivi ed alcol.

Ed, infine, la sensibilità ambientale. L’inquinamento, come riporta Repubblica, fa oltre 90000 morti l’anno e gli effetti del cambiamento climatico sono sotto gli occhi di tutti noi, ogni giorno. Per quanto riguarda il territorio, ambiente significa soprattutto ciclabilità, modalità sostenibile, con la riqualificazione di via Nizza e la rimozione definitiva delle auto dal Valentino.

Come realizzare tutto ciò in un contesto come quello di un circolo territoriale?

Ritengo che i segretari che si sono avvicendati nell’ultimo mandato non abbiano affatto sfigurato, in particolare Adriana che ringrazio per la gentilezza e la disponibilità dimostrata in innumerevoli occasioni. Si tratta di un aspetto assolutamente non banale, perché, nel mandato ancora precedente, la gestione di questo circolo, sotto l’aspetto umano, prima ancora che politico fu estremamente problematica; e certo, fu quel grande sforzo compiuto dal sottoscritto e da altri per costruire un’alternativa al congresso 2013 che ha permesso di realizzare le condizioni numeriche e politiche che ci hanno portato al clima ben diverso che caratterizza il circolo oggi. Un clima che certamente consentirà di lavorare costruttivamente in futuro, a prescindere da quello che sarà l’esito congressuale. La mia candidatura non vuole essere assolutamente una contrapposizione nei confronti della persona di Adriana Carpenzano, tanto che sono certo che, in ogni caso, il circolo si troverà in ottime mani.

Cionondimeno, coerentemente con la linea politica del 2013, ho ritenuto che fosse importante cambiare finalmente l’indirizzo che ha caratterizzato il circolo fin dalla nascita del PD. Alcune divergenze di fondo nella gestione del circolo e del territorio, alla fine, non ci hanno permesso di approcciarci in modo unitario a questo congresso, nonostante lo sforzo prodotto in tal senso.

Il circolo è sempre andato in una direzione, anche in questo senso, è ora di imboccare una nuova strada.

Per tutte queste ragioni, ho deciso di farmi avanti e di candidarmi come segretario di questo circolo, mettendo anche in campo le competenze acquisite nei miei passati incarichi di Capogruppo del PD in Circoscrizione 8, di Tesoriere Federale dei Giovani Democratici e di membro della Segreteria di ANCI Giovani Piemonte.

Tutti noi dobbiamo fare i conti con la crisi o comunque la trasformazione della partecipazione politica. Il modello di partito post-bellico, è assolutamente superato dalla Storia. Le persone, soprattutto i giovani, che spesso lavorano un numero inconcepibile di ore, con orari irregolari, non hanno le energie fisiche e mentali per venire la sera a riunirsi in una sede di partito; è molto più facile mobilitare le persone su temi specifici di interesse. Non abbiamo più le energie economiche e umane per svolgere quelle funzioni che in passato i circoli svolgevano.

Dobbiamo trovare nuove forme di partecipazioni che possano fondarsi su specifici incontri su specifiche tematiche in specifici sedi. E, naturalmente, occorre garantire un’assidua presenza sul web.

Una delle principali cause della sconfitta alle amministrative, a mio parere, è stata la difficoltà di ascoltare e rapportarsi con i cittadini su tematiche da loro molto sentite e, talvolta, divisive. Un certo decisionismo dall’alto è stato pagato a caro prezzo (due esempi: la gestione della movida ed il parcheggio interrato di Corso Marconi).

Talune scelte della giunta di centrosinistra sono risultate assolutamente indigeribili dai cittadini di determinate aree che, in molti casi, hanno dato vita a comitati per contrastare tali iniziative. Pur consapevoli che sia molto complicato rapportarsi con queste realtà, ignorare del tutto le obiezioni degli elettori e degli amministratori locali rischia di rivelarsi un grande errore. Discorso simile per quanto concerne le tematiche ambientali e relative alla mobilità sostenibile.

Il Movimento 5 Stelle è stato estremamente abile nell’approfittare di queste situazioni anche se, in seguito, in molti casi, non è stato in grado di dare risposte adeguate.

Occorre ritrovare la capacità e la generosità di ascoltare, anche con grande fatica, i territori ed i comitati.  Questo è un ruolo che il circolo può e deve cercare di svolgere.

Infine, è essenziale curare il rapporto con l’amministrazione circoscrizionale. Storicamente, ciò costituisce l’aspetto più problematico di questo circolo. Anche recentemente, vi è stato un deficit di dialogo fra il circolo e l’amministrazione. Con chiarezza, affermo che è stato un errore (come mi risulta sia avvenuto), non invitare il Presidente Davide Ricca a parlare a questo congresso. Mi impegno, fin da subito, a cercare di ricostruire questo rapporto.

Ho sempre sostenuto e ancora sostengo, con forza, l’assoluta autonomia del partito dai suoi rappresentanti istituzionali. Stabilito ciò, è giusto e doveroso che vi sia un rapporto fra di essi; il partito può svolgere un’importante ruolo di elaborazione politica che poi può essere proposto agli amministratori, nella forma di ordini del giorno, interpellanze e, perché no, anche di progetti. Di contro, l’amministrazione ha il dovere di tenere informato il partito della propria attività e di chiedere ad esso supporto e condivisione.

Vorrei concludere sottolineando che la mia candidatura non è il risultato dell’iniziativa di nessuna corrente organizzata; è stata una mia decisione, non vi è alcuna componente che mi sostenga strutturalmente e qualunque risultato conseguirò sarà frutto delle mie sole forze.

Mia la scelta, mia la responsabilità.

L’indipendenza mentale e politica è, per me, è un altro valore fondamentale.

Ciascuno di coloro che hanno deciso di appoggiarmi lo ha fatto unicamente perché crede nella mia persona e nel mio progetto. Hanno deciso, in autonomia, di partecipare e di scegliere.

Il che costituisce, a mio parere, l’unica strada che può consentire al nostro paese di avere ancora un futuro.

Riccardo Tassone