PROPOSTE PER I QUARTIERI DELLA CIRCOSCRIZIONE 8
In questa pagina, è possibile trovare alcuni spunti concreti per la gestione della Circoscrizione 8 nel prossimo mandato amministrativo, nel caso in cui il sottoscritto sia eletto consigliere. Di fatto, cercherò di esporre quali saranno le mie priorità per l’amministrazione del territorio, in coerenza con i miei principi ed i miei valori, soprattutto sulla base del lavoro che ho svolto, in questi anni, di studio ed elaborazione con le associazioni ed i comitati del territorio; la presente pagina deve essere pensata come un tutt’uno con quella denominata “Idee per la Città“, perché, spesso, il lavoro dei consiglieri si concentra, oltre che sulle questioni puntualissime come le buche per le strade od i tombini, sul fare proposte e pressioni nei confronti di organi superiori di governo.
In questa sezione, parlerò di questioni specifiche relative ai singoli quartieri. Per una trattazione più ampia e completa, invito a scaricare e leggere il file “La 8 Sostenibile” o a leggere le altre sezioni del menu “Idee per la Circoscrizione”.
In questa pagina, è possibile trovare alcuni spunti concreti per la gestione della Circoscrizione 8 nel prossimo mandato amministrativo, nel caso in cui il sottoscritto sia eletto consigliere. Di fatto, cercherò di esporre quali saranno le mie priorità per l’amministrazione del territorio, in coerenza con i miei principi ed i miei valori, soprattutto sulla base del lavoro che ho svolto, in questi anni, di studio ed elaborazione con le associazioni ed i comitati del territorio; la presente pagina deve essere pensata come un tutt’uno con quella denominata “Idee per la Città”, perché, spesso, il lavoro dei consiglieri si concentra, oltre che sulle questioni puntualissime come le buche per le strade od i tombini, sul fare proposte e pressioni nei confronti di organi superiori di governo.
In questa sezione, parlerò delle questioni relative ad ambiente, verde, mobilità e spazi pubblici. Per una trattazione più ampia e completa, invito a scaricare e leggere il file “La 8 Sostenibile” e per una trattazione puntuale riguardante le singole aree della Circoscrizione, rimando alla pagina “Quartieri”.
SAN SALVARIO
Azioni generali
San Salvario deve diventare un grande parco, con verde diffuso che deve essere la naturale continuazione del Valentino, con alberi agli angoli delle strade, davanti ai servizi pubblici, balconi verdi e fioriti; alberi e alberelli, fiori, dovrebbero essere presenti ovunque e in abbondanza. Si potrebbe investire nel verde tutti insieme, pubblico e privato, “fare diventare” San Salvario un quartiere speciale per il verde, con tutti gli interventi possibili e immaginabili, che lo renderebbero davvero speciale e “riconoscibile”. Oltre al Valentino, ed a qualche viale, purtroppo al momento non particolarmente valorizzato (nonostante i begli alberi), il quartiere non solo non ha altri giardini storici, ma neanche altri grandi giardini; anzi, non ha molto altro verde, quello che c’è non è particolarmente allettante (mediamente poco curato e insignificante). Si immagina quindi un quartiere a misura di cittadino, in particolare di pedone, accogliente e con una tipologia di mobilità adeguata a questo proposito.
- Occorre un grosso investimento per ridurre la velocità e evitare l’attraversamento del quartiere con le auto. Nel lungo periodo, S. Salvario dovrebbe diventare un quartiere “car free”. Nel medio periodo, San Salvario dovrebbe essere interamente Zona 30 e 20 (caratteristiche di una zona 20 o zona d’incontro: le automobili possono passare, ma anche nella carreggiata la precedenza è data ai pedoni, che possono attraversare dove vogliono, e ai ciclisti, che possono andare nei due sensi; le automobili vanno, anche per forza di cose, al massimo a 20 km/h), tranne sugli assi interquartiere, dove comunque va moderata la velocità. All’interno sono necessarie zone d’incontro in presenza di servizi pubblici e pedonalizzazioni nei punti sensibili, parcheggi ai margini (ex Poste e Padiglione V), i rimanenti riservati ai residenti e campagne di promozione della mobilità senza auto.
- Nel lungo periodo, il quartiere di S, Salvario, dovrebbe diventare un grande parco, cosa che migliorerebbe la qualità della vita, diminuirebbe la temperatura e abbasserebbe l’inquinamento. Nel medio periodo, occorre rinverdire qualche isolato, favorire l’inserimento di verde nei dehors e davanti ai negozi con fioriere, ripristinare e aggiungere alberi nelle strade e alla base di ogni albero inserire del verde: la città sarebbe più curata e allegra e la base dell’albero non sarebbe tramutata in pattumiera. Si può togliere ogni tanto lungo le strade uno stallo per le automobili a favore di due alberi e una panchina, ossia realizzare le Isole di Freschezza, e invitare, dove la larghezza e la pavimentazione del marciapiede lo consentono, a piantare un rampicante.
- San Salvario quartiere a 15 minuti, con servizi raggiungibili a piedi in 15 minuti e reti di produzioni locali/sistemi di consegne con cargo bike, coinvolgendo, in primis, il commercio equo e solidale.
Viali alberati
I bei viali del quartiere (corso Raffaello e Corso Dante, oltre a Corso Marconi) andrebbero valorizzati, dovrebbero diventare più godibili da tutti i cittadini. Corso Raffaello e corso Dante sono ampi e potrebbero essere ripensati tenendo conto del fatto che non sono utilizzati solo dagli automobilisti. In parte sulla scia di quanto già previsto da TML, Corso Dante, come Corso Raffaello, meriterebbe di avere i larghi marciapiedi dedicati interamente ai pedoni e alle biciclette.
- Corso Dante, in particolare, su cui affacciano due scuole, la primaria Silvio Pellico e il liceo Alfieri, vede il passaggio quotidiano dei bambini delle elementari e dei ragazzi delle superiori. Si potrebbe ripensare, creando “isole” con fiori e panchine e inserire una ciclopista. Bisognerebbe ridurre la sede della carreggiata, con lo spostamento dei parcheggi, cosa che porta a limitare la velocità e quindi a rendere la strada più sicura. Davanti all’ingresso della Pellico, l’ampio marciapiede andrebbe ripensato e valorizzato con verde di prossimità, possibilmente in un percorso condiviso con gli insegnanti e i bambini della scuola.
- Corso Raffaello è usato dalle automobili, che occupano con il parcheggio anche l’ampio marciapiede. È troppo lo spazio dedicato alle automobili a scapito degli altri utenti della strada. Si potrebbe spostare, come nell’esempio di Parigi, nella carreggiata il parcheggio, rendendo il transito più lento e sicuro, inserire nei marciapiedi una ciclopista e qualche panchina.
- Realizzare nuovi viali alberati anche non di grandi dimensioni (ad esempio in via Sant’Anselmo).
Aree Verdi
Piazza Govean, i giardini Giorgio Anglesio e piazza Graf (già oggetto di “Il Verde si Fa Strada”) si trovano lungo l’asse di Via Madama Cristina, in certe ore del giorno abbastanza movimentata e caotica, ma non sono certamente attrattivi.
- Ripensare in modo organico le isole verdi del quartiere (giardini N. Ginzburg, Piazza Govean, giardini Giorgio Anglesio, giardini Firpo, piazza Graf, giardini Parri) e, quando possibile, complementare. Ad esempio, un giardino destinato soprattutto ai bambini piccoli, uno per l’età scolare, l’altro per i ragazzini; per nonni e badanti sempre.
- Piazza Govean, i giardini Giorgio Anglesio e piazza Graf potrebbero essere considerati “un insieme”, schermati con un sistema di siepi rispetto a via Madama Cristina, in modo da contenere un poco gli inquinanti, meglio attrezzati, ridisegnati, con alberi che li colleghino lungo la via, implementando, ulteriormente, quanto già realizzato con “Il Verde si Fa Strada”.
- Piazza Govean (stesse caratteristiche dei Giardini Giorgio Anglesio, ma senza transenne lungo le vie) potrebbe forse contenere due tavoli da ping-pong ed ampliata inglobando il tratto di via Belfiore su cui affaccia.
Aree Pedonali
Valutando positivamente le micropedonalizzazioni realizzate in S. Salvario, è però evidente la necessità di completare il lavoro risistemando quegli spazi con opportuni interventi di posizionamento di arredi urbani per renderle più attraenti e fruibili
- Concludere il progetto Torino Mobility Lab, con gli interventi non ancora eseguiti e il completamento dell’arredo urbano delle aree pedonali per renderli più fruibili e attrattive, in particolare per i giovani (panchine, tavoli da ping-pong, dove possibile, anche campetti da calcio, pallavolo e pallacanestro).
- Area Pedonale Via Morgari: Per quanto riguarda l’area pedonale di via Morgari, è necessaria l’unitarietà allo spazio tra CdQ e chiesa. Bisogna, allora, concepire l’aiuola Ginzburg e lo spazio pedonale come un unico sistema, valorizzando nella riqualificazione sia la zona più raccolta sotto i tigli sia la nuova area pedonale, più aperta e libera verso la Chiesa. Importante cercare di uniformare la “piazza allargata” su un unico livello rialzando il sedime stradale e unendo il marciapiede dalla parte dell’aiuola con il sagrato della chiesa. Il verde viene immaginato anche per caratterizzare e allestire le diverse aree, anche eventualmente piantumato direttamente nel terreno. Ciò permetterebbe di svolgere attività di pre/post scuola bambini e ragazzi on the road, attività ludico/sportive, presentazioni libri, mercatini/mostre, incontrare gli amici, fare “lezione” all’aria aperta, fare attività fisica.
L’aiuola dovrebbe essere riqualificata, con un nuovo disegno più fluido, più aperto verso l’interno, con una maggiore presenza di verde, con sentieri più stretti. L’area è adiacente all’Anche l’area dell’Aiuola potrebbe essere dotata di tavoli e sedie amovibili in modo da poter garantire un certo numero di postazioni, per lo studio, ma anche per l’incontro e per il gioco. Sarebbe interessante dotare l’area di un wi-fi libero. Spostare gli attacchi bici e/o to-bike (se possibile) dentro la piazzetta oppure lungo il lato della Casa del Quartiere
Area Pedonale Via Lombroso: Si può procedere alla collocazione di arredo fisso nei punti attualmente utilizzati per il parcheggio abusivo delle automobili. Un arredo che possa essere fruibile per tutti, con piantumazione di verde all’angolo tra via Principe Tommaso e via Lombroso, con colorazione della pavimentazione, in modo da rendere molto visibile l’imbocco ad un’area diversa dalle altre, archetti portabici; arredo mobile nello spazio davanti ad ASAI, che possa essere utilizzato in diverse occasioni anche per eventi, cassoni dove coltivare un piccolo orto urbano, questi cassoni avrebbero anche funzione di facilitare la socializzazione fra i diversi utenti, in particolare i ragazzi di ASAI con gli abitanti della via.
Area Pedonale Corso Marconi: Si tratta della micropedonalizzazione più ampia e come tale il completamento delle opere di pedonalizzazione richiede un percorso approfondito e partecipato. Certamente non possono bastare le poche panchine che sono state posizionate. Sarebbe utile l’inserimento di verde fisso (con taglio dell’asfalto), tavoli e sedute, tavoli da ping-pong e, possibilmente campetti polifunzionali (calcio, basket, volley). - Area Pedonale Via Principe Tommaso: Anche in questo caso, occorre avviare un percorso di riflessione sull’utilizzo dell’area pedonale, coinvolgendo la Materna Bay e le attività presenti. Fondamentale, comunque, l’inserimento di panchine, tavoli e aree gioco.
Via Nizza
La nuova ciclabile di via Nizza è un importantissimo miglioramento della mobilità di S. Salvario e non solo ed una perequazione dell’utilizzo dello spazio pubblico. Cionondimeno, molto utenti lamentano alcune criticità che andrebbero superate, in particolare la pericolosità rispetto agli accessi dalle vie laterali.
- Rimuovere almeno un posto auto in corrispondenza degli incroci della pista ciclabile con le vie laterali per migliorare la visibilità, inserire degli specchi e perfezionare la segnaletica. Qualora ve ne fosse la possibilità, si potrebbe rivedere la struttura complessiva della ciclopista, rivalutando anche l’opportunità della doppia direttrice, bidirezionale da un lato, monodirezionale dall’altro e ripensando il tratto in corrispondenza del mercato di Piazza Nizza, magari sfruttando gli spazi che si apriranno nell’area dell’ex Scalo Vallino.
- Edificio Poste: Si ragiona da tempo sulla ipotesi di realizzare un silos per le automobili per risolvere in parte il problema del posteggio e togliere automobili dalla strada.
- Rifacimento del giardino di Largo Marconi, oggi assolutamente anonimo e non curato, possibilmente tramite percorsi partecipati con la cittadinanza.
Piazza Nizza
Di sera diventa uno spazio triste, poco sicuro, perché quando si esce al buio dalla Metro bisogna zigzagare tra auto malamente parcheggiate.
La striscia di verde sull’altro lato della via non è né utilizzata né utilizzabile: è abbandonata, sporca, con erba che cresce dove e come capita, nessuna panchina sotto gli alberi che ombreggiano soprattutto il parcheggio.
- L’area va ripensata ed, eventualmente, riprogettata, in un unicum con la trasformazione in corso dello Scalo Vallino.
- Si deve impedire l’occupazione “fuori legge” di piazza Nizza e da parte delle automobili alla sera. Si potrebbero forse collocare opportunamente alcuni dissuasori a scomparsa, che impedirebbero l’uso della piazza come parcheggio serale e notturno.
- La striscia verde di Piazza Nizza deve essere curata, diventando un’area di valore invece che un’area di risulta. Potrebbe, come tutte le aree verdi oggi non curate, rientrare in un progetto didattico per i bambini. Si potrebbe, altresì, valutare la creazione di un’area cani, di un giardino o di un orto sociale.
- Si può ipotizzare l’introduzione del senso unico contestuale in Via Nizza e Via Madama Cristina.
Scalo Vallino
La riqualificazione dell’area dello Scalo Vallino è stato oggetto di variante urbanistica già dalla consigliatura precedente, su cui la Circoscrizione 8 fornì un parere.
La prossima amministrazione dovrebbe seguire attentamente il processo di trasformazione dell’area, cercando di garantire le seguenti priorità
- La riprogettazione dell’area deve includere ed essere in continuità con Piazza Nizza, in particolare il lato ovest (vedasi punto precedente).
- Realizzare una pista ciclopedonale che costeggi la ferrovia, in connessione con quella di Via Nizza.
- Realizzare una passerella pedonale, sopra la ferrovia, che connetta via Lugaro con Via Agostino da Montefeltro.
- Vigilare sul contenimento del consumo di suolo rispetto alle nuove edificazioni nell’area e sull’altezza degli edifici.
- Massimizzare la superficie dedicata ad aree verdi (possibilmente in piena terra).
- Massimizzare la presenza di servizi di interesse generale, in particolare realizzare un’area sportiva dedicata al calcio.
- Non insediare centri commerciali che avrebbero l’effetto di danneggiare l’adiacente mercato di Piazza Nizza e il commercio locale.
- Vigilare sui lavori del teleriscaldamento nell’area adiacente a via Lugaro e via Argentero, affinché IREN mantenga gli impegni assunti, realizzi l’area verde promessa e minimizzi il disagio per i residenti della zona.
Via Madama Cristina e Piazza Madama Cristina
Via Madama Cristina è la via del quartiere con più negozi e oggi col traffico più disordinato poco ciclabile; non è attrattiva neanche a piedi perché molto caotica e di difficile percorribilità anche in auto. Dovrebbe diventare una “vera” via dedicata al commercio, ad esempio, come via Garibaldi.
Si potrebbero ipotizzare i seguenti interventi:
- Nella via potrebbe essere lasciato al centro solo il passaggio dei mezzi pubblici, ampliando i marciapiedi fino a inglobare le fermate (oggi veramente pericolose), cosa che già in parte accadendo, realizzando delle micro aree pedonali e dotandole di verde, panchine e, naturalmente, rastrelliere!
- Dove possibile, allargare i marciapiedi.
- Si può ipotizzare l’introduzione del senso unico contestuale in Via Nizza e Via Madama Cristina.
Piazza Madama Cristina è caratterizzata dal mercato la mattina e dal parcheggio selvaggio la sera.
L’amministrazione potrebbe seguire le seguenti linee d’azione:
- Per tenere fuori le auto dalla piazza potrebbero essere inseriti dei dissuasori a scomparsa oppure degli elementi di arredo mobili.
- Di pomeriggio si potrebbe occupare la piazza con attività (solo diurne, per non incrementare ulteriormente le criticità di riposo notturno nell’area), come succede già in certe domeniche. Ad esempio, un mercato “particolare” al pomeriggio, affidato ad associazioni?
C’è poi un tema relativo all’evoluzione commerciale dell’area. La movida è regolata da mode e tende periodicamente a spostarsi da un’area ed un’altra. Cosa ne sarà del quadrilatero di S. Salvario, quando la movida, auspicabilmente, sarà migrata altrove? Con l’attuale situazione, in cui il commercio tradizionale del quartiere, caratterizzato storicamente dalla presenza di botteghe artigiane, si è quasi integralmente trasformato in un distretto di intrattenimento notturno, si rischia la desertificazione commerciale.
Occorre ipotizzare strumenti che possano indurre ad una riqualificazione commerciale delle aree di movida, nel senso di ricostituzione di quel tessuto storico di artigianato e di attività commerciali di qualità, con orari diurni o al massimo serali (ristoranti), compatibili con un territorio prevalentemente residenziale. Questo può essere realizzato mediante sgravi fiscali, incentivi per i giovani artigiani, adeguamento delle valutazioni catastali, ecc.
È interessante, in quest’ottica, la proposta dell’associazione di via “Centro Commerciale Madama Cristina” di un “centro commerciale naturale” in via Madama Cristina, pensato per rilanciare il commercio diurno dell’area di S. Salvario storica, un commercio di qualità, integrato, rispettoso dell’ambiente e della sicurezza dei cittadini. Il progetto richiede l’attuazione di una serie di interventi, tra cui.
- Rilancio del Mercato di Piazza Madama, anche con orari differenti che includano anche il pomeriggio.
- Pedonalizzazione del tratto di Via Madama Cristina a partire da Via Berthollet fino a Corso Marconi, lasciando aperto al traffico le vie perpendicolari di tale tratto di strada.
- Possibilità di utilizzo a titolo gratuito dello spazio pubblico delle aree pedonali di Via Madama Cristina (ad eccezione dell’asse ferrato del trasporto pubblico) da parte dei soli operatori commerciali in sede fissa presenti sulla Via.
- Sgravi nei confronti dei commercianti e della Cooperativa di servizi che si occuperà del servizio ritiro merci o della consegna a domicilio. Questa verrà effettuata con mezzi ecologici o tradizionali in base alle necessità del caso (distanza di consegna e peso/ingombro della merce da recapitare).
- Eliminazione delle pensiline dei Mezzi Pubblici, provvedendo alla realizzazione di apposite fermate in Piazza Madama Cristina e subito dopo l’incrocio con Corso Marconi.
- Messa in sicurezza della corsia dedicata al trasporto pubblico.
- Posizionamento pali in mezzo all’area pedonale per lo sviluppo di installazioni artistiche (sulla falsa riga di quanto già presente sull’asse dell’attuale Spina Ferroviaria nel tratto di Corso Mediterraneo).
- Posizionamento di fioriere per rendere più verde la via e di panche ed altri arredi urbani simili per il riposo dei passanti.
- Elaborazione Applicativo per la gestione del pagamento dei parcheggi e del tragitto in bus per clienti.
- Coinvolgimento di Enti e Associazioni culturali, con particolare riferimento a quelle già operative in loco per la realizzazione di allestimenti lungo la Via, appuntamenti artistici e, più in generale, momenti culturali.
Corso Massimo D’Azeglio
È la “barriera” che divide il Parco del Valentino dal quartiere di S. Salvario. Va reso più sicuro per i pedoni, spesso anziani e bambini, che vogliono recarsi al parco. Visto che il limite di 50 km/h, di norma utilizzato in città nelle strade di attraversamento, è oggettivamente pericoloso per i pedoni.
- Corso Massimo D’Azeglio potrebbe avere un limite di velocità inferiore, controllato da telecamere.
- Gli attraversamenti semaforici potrebbero essere tarati sui tempi di una mamma che attraversa con la carrozzina, invece che su quelli di un centometrista e, possibilmente, rialzati.
Via Valperga Caluso
È una delle vie che attraversano il quartiere dal Valentino a via Nizza. Il senso unico per le automobili ha ridotto il traffico (e l’inquinamento e il rumore) è ora temporaneamente sospeso. Se nei tre slarghi (angolo via Ormea, tra via Madama Cristina e via Belfiore e davanti all’Istituto Regina Margherita) fossero inseriti due alberi (un posto auto) la via apparirebbe più gradevole. Diventerebbe, così, un filamento verde che dal Valentino risale fino a via Nizza (pensiamo al progetto GREEN QUEEN): fioriere e/o pareti verdi potrebbero incorniciare i negozi e alberi ombreggiare anche i parcheggi.
- Ripristino del senso unico ora sospeso.
- Riprogettazione, nei tre slarghi (angolo via Ormea, tra via Madama Cristina e via Belfiore e davanti all’Istituto Regina Margherita) con inserimento di verde, alberi, prati, mediante percorsi partecipati con la cittadinanza.
- L’area dell’ingresso dell’Istituto Regina Margherita dovrebbe diventare un’area disposizione dei ragazzi. Il progetto TMB prevede già interventi sia sua via Valperga Caluso (con eliminazione posti auto e inserimento di alberi) e su via Bidone, ma si potrebbe pensare anche alla presenza di un campo sportivo (come fatto a Zurigo, con una piastra polivalente: calcetto, pallavolo, pallacanestro), verde, alberi ed eliminazione di asfalto e parcheggio.
Via Saluzzo
Potrebbe essere una via dove pedoni e ciclisti si sentono sicuri.
- Via Saluzzo deve essere un asse in prevalenza pedonale e ciclabile (zona 30).
- Potrebbe fare parte di una “zona 20”, delimitata da via San Pio V, via Baretti, via Saluzzo e via Belfiore. Potrebbe bastare anche un cambio di cartellonistica, come hanno fatto a Parigi.
Largo Saluzzo
Largo Saluzzo è il centro della “malamovida” di S. Salvario. Qualunque azione si attivi su quest’area deve avere come priorità la risoluzione del detto problema (vedasi pagina “Malamovida“).
Ciò detto, si potrebbero fare tante cose per valorizzare Largo Saluzzo, questo spazio suggestivo, l’unica piazza di San Salvario non usata da mercati!
- Mettere in campo tutte le azioni possibili per contrastare il fenomeno della malamovida e restituire un livello accettabile di qualità della vita ai residenti (vedasi sezione relativa).
- Si potrebbe proporre un concorso di idee tra gli studenti di Architettura, per capire come i giovani immaginano questo spazio.
- La pavimentazione potrebbe almeno non avere tutti gli attuali alti gradini (tutte barriere architettoniche) ed avere, invece, qualche albero e qualche panchina in più, all’interno di una Zona 20. Largo Saluzzo potrebbe diventare una piccola isola pedonale, una vera piazza.
- Di grande interesse è il progetto “Largo al Giardino”, una proposta di alcuni cittadini residenti, per trasformare Largo Saluzzo in un giardino, un vero giardino con alberi, arbusti, terra battuta, panchine, giochi per bambini e tavolini dei dehors, dove sedersi all’ombra a leggere un libro, fare due chiacchiere, giocare a carte. Un’isola verde al posto dell’asfalto, fresca e silenziosa perché gli alberi e la terra abbassano la temperatura, contrastano i rumori e aiutano anche ad assorbire l’acqua piovana in modo naturale e sostenibile. Si tratterebbe di un percorso di coprogettazione per trasformare largo Saluzzo, cui parteciperebbero i cittadini dell’area. Si dovrebbe modificare la circolazione veicolare della piazza, ridurre il traffico, eliminare i parcheggi, togliere l’asfalto per mettere la terra, trasformare i cordoli di autobloccanti in siepi. Per arrivare a una soluzione condivisa da tutti e che risponde a tutti i bisogni degli abitanti e utilizzatori della piazza, si può procedere per gradi, partendo con interventi temporanei a costo zero, capaci di rendere evidenti da subito i benefici attesi e si può avviare un percorso virtuoso per la coprogettazione del giardino e la sua gestione condivisa, attraverso il Regolamento per la Gestione Condivisa dei Beni Comuni che permette ai cittadini attivi di prendersi cura di uno spazio pubblico in accordo con l’Amministrazione.
Zona Parri
L’area Parri è, da diversi anni, sede di degrado e di microcriminalità. La circoscrizione ha attuato molte azioni, negli anni, per tentare la sua riqualificazione e sistemazione. Tra queste, l’assegnazione dell’ex Circolo Garibaldi a all’Associazione “+Sport 8”, con la creazione di Casa Garibaldi, la pedonalizzazione del tratto di Via Petitti adiacente, ecc. Vi è ancora, però, molto da fare, soprattutto per quanto concerne l’ex piastra di pattinaggio. Il bando messo a punto dall’amministrazione circoscrizionale dovrebbe prevedere la realizzazione di un impianto da Calcio a 5. Si prevede altresì la realizzazione di un’area cani e la demolizione e ricostruzione dell’ex materna D’Azeglio.
- Completare i progetti di riqualificazione dell’area, in particolare della ex piastra di pattinaggio con la realizzazione di un campo da Calcio a 5, possibilmente che sia in parte ad accesso libero.
- Pedonalizzare anche il tratto di via Petro Giuria, in un progetto di collaborazione e partecipazione con il Liceo Alfieri (vedasi paragrafo Pedonalizzazione/riqualificazione nei Luoghi della Cultura).
Molinette e sedi Universitarie
Con l’auspicata realizzazione della Città della Salute, e quindi il trasferimento dell’Ospedale “Giovanni Battista” e il trasferimento delle sedi della facoltà di Scienze MFN di Via Pietro Giuria, si libereranno enormi lotti di territorio edificato, per cui al momento non pare esservi un progetto di riutilizzo.
L’amministrazione dovrà seguire da vicino il dossier e proporre un riutilizzo razionale di quegli edifici, sulla base delle reali necessità del territorio, evitando speculazioni edilizie, possibilmente riducendo il consumo di suolo, abbattendo edifici non vincolati e realizzando nuovi parchi e giardini.
Pedonalizzazione/riqualificazione nei Luoghi della Cultura
Occorre fornire più spazi a disposizione dei giovani e dei meno giovani, con la realizzazione di nuove pedonalizzazioni e/o riqualificazione degli spazi, tramite percorsi partecipati con la cittadinanza e gli studenti delle scuole. Ad esempio, le aree stradali a ridosso delle aule studio, delle facoltà, particolarmente usate dagli studenti, potrebbero essere utilizzate nei momenti di relax da studentesse e studenti (e non solo), diventando piazzette o addirittura giardini? Possibile che le ragazze e i ragazzi che studiano non abbiano un giardinetto dove rilassarsi tra la lettura di un capitolo e l’altro, e magari, col bel tempo, anche ripassare?
Inoltre, in San Salvario, sono presenti diversi musei (ad esempio Lombroso, Frutta, Anatomia, ecc.) e Poli Culturali, si potrebbe chiudere un isolato alle automobili e farlo diventare un “bosco urbano”, con alberi e panchine.
Occorrono, pertanto, interventi di riqualificazione ed, eventualmente, pedonalizzazione, tramite percorsi partecipati con gli utenti, delle aree circondanti le principali istituzioni culturali presenti in S. Salvario:
- Scuole Giulio e Regina Margherita (paragrafo “Via Valperga Caluso”).
- Liceo Alfieri: pedonalizzazione del tratto adiacente di via Pietro Giuria, in connessione con la pedonalizzazione già realizzata di via Ilarione Petitti, in un progetto complessivo con la trasformazione dell’area Parri (vedasi “Area Parri”) e risistemazione dello spazio pedonale antistante la scuola.
- Scuola Silvio Pellico: risistemazione dell’area antistante Corso Dante e possibile pedonalizzazione dell’adiacente tratto di via Saluzzo.
- Sedi universitarie (Chimica, Fisica, Farmacia, ecc.), ovviamente in considerazione del possibile spostamento di alcune di queste sedi a Grugliasco. L’isolato di via Pietro Giuria tra via Valperga Caluso e/o e Corso Raffaello potrebbe essere pedonalizzato.
- Aula Studio: l’isolato di Via Michelangelo tra Via Madama Cristina e Via Ormea può essere pedonalizzato, o quantomeno può essere realizzato un “dehors sociale”.
- Musei (Lombroso, Frutta, Anatomia, ecc.): in via Pietro Giuria, tra via Donizetti e via Petrarca, e magari anche in via Ormea ci starebbe un bel “dehors sociale” o una pedonalizzazione.
- Polo Culturale Lombroso 16: si potrebbe pedonalizzare l’isolato davanti alla biblioteca che diventerebbe la “piazza della biblioteca”, o, meglio ancora, “il giardino dei libri” (con fioriere, che in caso di necessità si potrebbero spostare, tavoli e panchine).
- Unire le aree pedonali di via Lombroso e di via Principe Tomasso, in un unico percorso pedonale.
Parco del Valentino e Torino Esposizioni
Il Valentino può essere un gioiello, un fiore all’occhiello, ma oggi non è valorizzato: vi sono troppe strade asfaltate, troppe auto, una cura insufficiente, una difficile accessibilità (vedasi voce su Corso Massimo d’Azeglio).
Occorre definire l’identità e la vocazione del parco: non certo un polo fieristico, non grandi eventi, ma un luogo dedicato al verde, al rilassamento e allo sport. Recentemente è partito il comitato di gestione e sono partiti i bandi per l’assegnazione di alcuni locali incustoditi. Per il Borgo medievale vi è un progetto di riqualificazione, con fondi ministeriali. Per l’orrenda recinzione dell’orto botanico si è fatto un progetto che la dovrebbe trasformare in una cancellata vera che consenta di vedere attraverso per cui si potrebbe avviare un crowfunding.
Grazie i fondi React Ue è previsto il progetto “Valentino”, con il riattivazione della navigabilità sul Po, tra i Murazzi e Borgo Navile (Moncalieri).
Il problema principale è la pedonalizzazione. Il Regolamento n. 275 classifica il Parco come “zona pedonale”, secondo il regolamento della viabilità, però, attualmente il Parco del Valentino è classificato nel suo insieme come Zona a Traffico Limitato e al suo interno porzioni cospicue sono dedicate alle “strisce blu”, ivi compreso il Viale Turr: vi è quindi una situazione di conflitto fra i due regolamenti. Il comune ha approvato la ZTL al Valentino, con accesso consentito solo in determinati orari ma questa non è stata ancora attuata.
Nell’ambito del PNRR dovrebbero rendersi disponibili 100 milioni per la riqualificazione del parco, di cui 70 per Torino Esposizioni, una decina di milioni alle aree verdi e per l’area fluviale, 6 milioni per completare il restauro del Borgo medievale.
Vi è un progetto, presentato da 700 cittadini che, tramite un patto di collaborazione, sono pronti a investire 400000 euro pur riattivare la fontana luminosa, gestirla e farne la manutenzione.
Le azioni da intraprendere da parte dell’amministrazione dovrebbero essere la rivisitazione del parco con attenzione critica, ripensandolo in un unico progetto con Torino Esposizioni e il quartiere di S. Salvario, seguendo e guidando i vari progetti di riqualificazione, con i seguenti criteri:
- La vocazione del parco deve essere il miglioramento dell’ambiente urbano, il relax e lo sport, no a grandi eventi e no a un polo fieristico.
- Attenuare l’effetto “barriera” costituito da Corso Massimo D’Azeglio, tra il parco ed il quartiere di S. Salvario (vedasi voce relativa a Corso Massimo D’Azeglio):
- Totale pedonalità di tutto il parco, eliminazione dell’asfalto e del parcheggio, anche intorno al monumento e in Corso Sclopis.
- Riqualificare il parco: prati, alberi, arbusti, sentieri, cancellate, ecc.
- Si dovrebbe sostituire la copertura che ricopre il Padiglione Morandi, soluzione indegna soprattutto in un giardino storico, dove si svolgono le attività di Spazio Anch’io, con un prato di erba appropriata (esiste erba resistente a siccità e calpestio).
- Ripensare le concessioni delle botteghe nel Borgo Medievale.
- Rifare la recinzione dell’Orto Botanico, eventualmente con le modalità di crowfunding.
- Più cestini intorno ai chioschi.
- Riattivazione della fontana luminosa eventualmente con le modalità sopra descritte.
- Ipotizzare una navetta tranviaria storica, che passi, partendo da Porta Nuova, intorno al parco nel weekend.
Per quanto concerne Torino Esposizione, grazie ai fondi del PNNR, il progetto di riqualificazione dovrebbe finalmente vedere la luce.
Le azioni da intraprendere da parte dell’amministrazione dovrebbero essere di seguire da vicino la progettazione e pretendere che il nuovo complesso sia visto come un progetto organico con il Parco del Valentino e il quartiere di S. Salvario (non deve essere la proverbiale Cattedrale nel deserto), con le seguenti prescrizioni:
- Pensare ad una struttura che sia utilizzabile anche per diverse funzioni, oltre a biblioteca e aule didattiche, anche sportive (campi sportivi ad accesso libero).
- Eliminare il cemento dall’area antistante la facciata e ritrasformarla in un giardino.
- Non aggiungere posti auto per chi usufruisce del complesso, favorendo, in tal modo, la mobilità sostenibile.
BORGO PO
Diverse problematiche attanagliano l’area dell’Oltrepò: le principali, che sono conseguenza della particolare conformazione geografica dell’area, sono legate alla situazione del traffico, a cause dell’esistenza di unico asse viabilistico interquartiere in Torino est, ossia Corso Moncalieri/Casale e dell’inserimento in esso dal traffico proveniente dalla collina. Corso Moncalieri/Casale è come un’autostrada che divide il territorio ed è quindi difficile lavorare con il quartiere dell’Oltrepò.
Piazza Gran Madre e Area Limitrofa
Una delle realtà più importanti di quell’area è la Casa dell’Ambiente, che non è stata mai particolarmente sostenuta dalla Circoscrizione 8; occorrerebbe fare più rete anche per valorizzare il patrimonio paesaggistico della ex. 8. La Casa Ambiente potrebbe essere un terminal per VENTO.
- Valorizzazione della Casa dell’Ambiente.
- Riqualificazione dei Giardini Ginzburg, anche come importante presidio dello sport libero del borgo.
- Piazza Gran Madre: Occorre abbandonare definitivamente l’idea del parcheggio interrato e ipotizzare una fruizione migliore della piazza, possibilmente incrementano la parte pedonale, anche in connessione con Via Monferrato la cui pedonalizzazione è stata realizzata bene.
Caserma Lamarmora
Una delle grandi aree di Borgo Po che richiedono, da tempo, una rilevante trasformazione urbanistica e riqualificazione, è la storica Caserma Lamarmora in Via Asti, importante luogo della memoria. La proposta che i cittadini del borgo avevano avanzato era di realizzare un parcheggio di interscambio nell’ex caserma, idea mai presa in considerazione.
La caserma è di proprietà di CDPI Sgr (Cassa Depositi e Prestiti), ed è oggetto di un progetto per la sua riqualificazione ad opera dello Studio Carlo Ratti Associati. Esso prevede alcune demolizioni, la realizzazione di una piazza alberata in collegamento con corso Quintino Sella e il riutilizzo delle caserme a fini residenziali, commerciali e culturali. Mentre la “palazzina 5” (quella contenete l’area in cui i partigiani venivano fucilati) diventerà un luogo della memoria fruibile da parte della cittadinanza e in particolare dai giovani, in accordo con le associazioni che si occupano di storia e memoria del Novecento.
A quanto si apprende, però, non si è andati oltre il progetto (risalente al 2017) e l’amministrazione non ha preso in mano il dossier. Al momento pare tutto fermo.
- L’amministrazione deve insistere affinché il progetto di riqualificazione sia portato avanti nel più breve tempo possibile. La maggior parte del complesso deve essere ad uso pubblico e con attività che siano di utilità pubblica con opportuna tutela della “zona di interesse della memoria, una piazza aperta e, per la maggior parte, coperta di verde, compresi alberi di alto fusto e nessun nuovo consumo di suolo.
- Si può immaginare che una piccola parte del complesso possa diventare un’area di intrattenimento notturno per scongelare le aree di movida.
Parco Michelotti
La riqualificazione del parco ha avuto un percorso travagliato, ma forse se ne intravede la fine. È stato costituito un tavolo di progetto (assemblea Michelotti), a cui partecipavano i residenti dell’Oltrepò.
Già era stato recuperato il 38% della superficie totale del parco: nel 2018 è stata riaperta l’area denominata “Parco Giò” verso il Ponte della Gran Madre e nel 2019 l’area denominata “Punta Nord” verso il Ponte Regina Margherita. Gli edifici sotto tutela andranno messi in sicurezza ma, per ora, non saranno coinvolti nel progetto di fruizione del parco: si tratta dei cinque fabbricati reliquiari dell’ex Giardino Zoologico (casa delle giraffe ed elefanti, casa dell’ippopotamo, casa delle scimmie, casa degli orsi e felini e casa dei grandi felini).
Gli interventi sono i seguenti:
- Realizzazione di un nuovo ingresso del parco, e di tre passaggi nella recinzione lato fiume con la realizzazione di scalinate per il collegamento con la ciclabile lungo Po.
- Realizzazione di camminamenti pedonali in pavimentazione drenante, recupero delle piastre adiacenti all’ex rettilario, della piastra sottostante la tensostruttura e della piastra della collina con il riutilizzo delle medesime come aree di sosta con sedute e tavoli.
- Realizzazione di recinzioni rustiche a protezione delle tre vasche e a delimitazione degli edifici ex gabbie, di cui è prevista la conservazione, nonché l’abbassamento della recinzione lungo il fiume e il risanamento conservativo della recinzione lato corso Casale.
- Piantamento di alberi a completamento del viale lungo il Po con la sistemazione delle aree verdi a prato.
- Dotazione di elementi di arredo urbano (panchine, cestini porta-rifiuti, archi portabici), tavoli con sedute, paletti dissuasori, pannelli informativi e cartellonistica.
- Rinnovamento dell’impianto di illuminazione pubblica.
Sul fabbricato dell’ex acquario Rettilario e la sua area verde, non si può intervenire, perché stata già affidata con concessione ad un Associazione, che prevede il recupero dell’edificio per destinarlo ad attività teatrali e museali.
Un contributo fondamentale è stato quello di Torino Spazio Pubblico, i cui volontari hanno effettuato una prima manutenzione gratuita, rimuovendo il verde infestante.
L’amministrazione dovrebbe:
- Vigilare sulla conclusione dell’iter di riqualificazione, garantendo il massimo dell’utilizzo pubblico delle superfici, e sull’attuazione dei progetti previsti sulla parte assegnata ai privati in modo tale che la stragrande maggioranza della superficie sia adibita a verde, sia a fruizione pubblica, o, comunque, occupata da attività di interesse pubblico.
- Recupero degli edifici ancora non utilizzati oppure abbattimento, come riduzione di suolo consumato.
- Replicare il processo partecipativo che ha portato alla riqualificazione del parco tramite il meccanismo dell’Assemblea Michelotti, continuare a valorizzare il contributo sostanziale dei gruppi di cittadini nella manutenzione (Torino Spazio Pubblico).
- Valutare se una parte della gestione del parco può essere assegnata a un gruppo di Torino Spazio Pubblico.
BORGO PILONETTO
Il quartiere presenta diverse problematiche, tra cui quelle relative al traffico intenso dell’asse di corso Moncalieri, anche a causa dell’incrocio, in piazza Zara, con il traffico proveniente dal Ponte Balbis.
Sussistono altresì delle problematiche di manutenzione del suolo e spesso non si capisce dove finisce il marciapiede ed inizia il parcheggio, ad esempio in Piazza Muzio Scevola.
Vi sono poi delle strutture di proprietà pubblica che, da anni, nonostante diversi tentativi, risultano impossibili da utilizzare: l’ex Circolo Oltre Po in Corso Sicilia e la struttura di Corso Sicilia 53.
Altra questione irrisolta è la trasformazione dell’area del Molino di Cavoretto, oggetto di una variante urbanistica nel mandato precedente che prevedeva, a fronte di nuovi edifici residenziali, la realizzazione di una bocciofila (la Tesorina, poi completata), un’area a parco con messa in sicurezza delle sponde del Rio Pattonera e il proseguimento della pista ciclabile lungo il Po. I lavori stanno andando molto a rilento: le palazzine lato collina non sono terminate e quelle sul lato Po non sono nemmeno iniziate, così come le opere di interesse pubblico (parco e pista ciclabile).
Altra problematica è l’assenza di continuità della pista ciclabile lungo il Po, che dopo la Piscina Lido procede in asse col marciapiede di corso Moncalieri, per riprendere poi intorno al civico 378.
Inoltre, la postazione de To Bike in piazza Zara, posizionata nel 2019, è ora inutilizzabile. È stato inoltre realizzato il basamento per la casetta SMAT, ma questa non è stata mai posizionata.
Le priorità dell’amministrazione devono, per tanto, essere
- Migliorare la qualità del fondo stradale pedonale evidenziando meglio gli spazi dedicati alla automobili, ai pedoni e ai velocipedi.
- Vigilare e, se possibile, accelerare la trasformazione dell’Area del Molino di Cavoretto, in particolare garantire il completamento delle opere di pubblica utilità (proseguimento ciclabile e parco).
- Completare la pista ciclabile sul lato destro del Po, procedendo ai necessari espropri.
- Trovare un utilizzo per gli edifici pubblici abbandonati di Corso Sicilia, in particolare quella di Corso Sicilia 53, dove si potrebbe realizzare una Casa della Salute.
- Garantire la rifunzionalizzazione della postazione del To Bike e il posizionamento della Casetta SMAT.
- Valutare la rimozione dei fasci littori sul Ponte Balbis (anche in considerazione del nome del ponte).
CAVORETTO
Il quartiere ha, naturalmente, problemi di parcheggio intorno a piazza Freguglia, soprattutto in corrispondenza degli orari di entrata e uscita dalla scuola. A parte questo, una delle sue caratteristiche più salienti è la presenza del Parco Europa. Nove anni fa era molto mal messo e fruibile solo al 50%, poi è nato il primo gruppo di volontari, partendo dal Centro di Incontro, che oggi fanno parte di un’associazione che si chiama “Amici Parco Europa” che sta crescendo di numero e sta portano avanti anche un’attività sui sentieri collinari. Oggi il Parco Europa è ben curato, ma ha bisogno di manutenzione straordinaria (tipo sostituzione di siepi seccate), e il piazzale del parcheggio con le ex fontane (che non funzionano da diversi anni) da un’idea di abbandono. Il bar ha la convenzione scaduta da due anni. Nell’entrata del parco c’è una casa abitata da un dipendente, andato in pensione, che potrebbe diventare la Biblioteca dell’Ambiente.
Le priorità dell’amministrazione dovrebbero essere:
- Continuare a sostenere i gruppi di volontari che si occupano del Parco Europa.
- Insistere per ottenere la manutenzione straordinaria del parco, la riattivazione delle fontane, la pedonalizzazione del relativo piazzale.
- Sostenere la ristrutturazione dell’arrivo dell’ex ovovia.
- Riassegnare la convenzione per il bar scaduta da due anni.
- Valutare la realizzazione della Biblioteca dell’Ambiente nella ex casa del custode.
COLLINA
La collina (che è una riserva Biosfera dell’UNESCO) è una risorsa particolare e unica E vi sono 14 sentieri ben curati. Mancano, però, punti di riferimento dove trovarsi, fermarsi e fare uno spuntino. In questo momento vi sono solo Cascina Bert, il bar Parco Europa e una bocciofila. ANPI ha proposto di realizzare al Pian del Lot un parco per le vittime del covid, e il comune ha dato parere positivo; potrebbe essere un punto dove fermarsi e mangiare. I sentieri collinari sono mantenuti da Pro Natura con qualche senior civico, la cartellonistica non è buona per chi viene dalla città. Occorrono guide per far conoscere le piante, la storia.
L’amministrazione comunale ha realizzato un censimento del verde collinare, in base al quale il Comune conta 48 milioni di metri quadri di verde (il 38% pubblico, il resto privato), pari al 37% della superficie di Torino, con 150000 alberi e la giunta comunale ha approvato il “Piano Forestale Aziendale”, uno strumento per la valorizzazione e la gestione sostenibile del patrimonio boschivo collinare e che fissa le linee guida da seguire per le manutenzioni dei prossimi, il cui fine è massimizzare la fruizione della collina mantenendo i boschi e mettendo in sicurezza i sentieri, conservare il suolo, anche da un punto di vista idrogeologico e tutelare la biodiversità, mettendo Torino nella condizione di attrarre fondi europei (ad esempio del Recovery Fund) e investimenti privati.
Obiettivi dell’amministrazione:
- Valorizzazione della patrimonio collinare, garantendo la manutenzione dei sentieri, la manutenzione del patrimonio boschivo, la cartellonistica.
- Garantire la presenza di servizi di ristoro e di guide per le escursioni collinari.
- Favorire, con le associazioni, anche quelle che si occupano di salute, della creazione di gruppi di commino anche come promozione della salute.
- Riaprire le parti attualmente chiuse come sul Monte dei Cappuccini.
MILLEFONTI
Nel quartiere vi sono molti punti critici e molte aree di trasformazione. La più delicata è certamente l’area comprese fra corso Caduti sul Lavoro e pizza Bengasi, dove il combinato disposto dei lavori per il completamento della linea 1 della Metropolitana, del Grattacielo della Regione Piemonte e, forse, prossimamente, della Città della Salute ha creato un situazione permanente di precarietà e disagio.
- Essenziale la riqualificazione di Piazza Carducci e con l’interconnessione fra i due tronchi della pista ciclabile di Via Nizza e con la ciclopista del cavalcavia di Corso Bramante.
- Completamento della pista ciclabile di via Nizza fino a piazza Bengasi.
- L’amministrazione dovrà porre particolare attenzione all’area di compresa tra Corso Caduti sul Lavoro e Piazza Bengasi, verificando lo svolgimento dei lavori, stimolando, per quanto possibile, il loro completamento e ideando soluzioni per ridurre il più possibile il disagio dei cantieri (soprattutto per i commercianti).
- L’amministrazione dovrà altresì seguire, da vicino, sia il progetto della nuova Casa della Salute sia la dismissione dell’enorme lotto oggi rappresentato delle Molinette, per cui occorre proporre un riutilizzo razionale di quegli edifici, sulla base delle reali necessità del territorio, evitando speculazioni edilizie, possibilmente riducendo il consumo di suolo, abbattendo edifici non vincolati e realizzando nuovi parchi e giardini.
- Occorre altresì vigilare sulla trasformazione di Piazza Bengasi, affinché il mercato possa tornare il più rapidamente possibile e favorire l’utilizzo del parcheggio, in una logica di interscambio, soprattutto per coloro che accedono da fuori città. Il costo della sosta deve essere nullo o molto basso e sono necessarie opere per la ciclabilità (parcheggi custoditi, bike sharing, ecc.), nell’ottica dell’intermodalità.
- Garantire la manutenzione delle aree verdi, in particolare del Parco Millefonti.
- Accelerare sul recupero ed il riutilizzo del Palazzo Nervi.
FILADELFIA E LINGOTTO
Ovviamente il problema più spinoso resta il destino della zona dell’ex villaggio olimpico
Il quartiere Lingotto contiene una quantità di verde invidiabile; le zone di Corso Giambone, Corso Corsica, ecc. presentano tanta fauna: ricci, scoiattoli. pettirossi, fringuelli. Questo patrimonio verde, però, pare trascurato e provo di sufficiente pulizia.
Vi sono, poi, problemi di trasporto: l’iniziativa di togliere la linea 18 e mettere il 63/ che arriva fino in piazza Carducci rende difficile il collegamento con zona nord; tagliare fuori una zona è un errore, si crea una sorta di area di confine, si svalutano gli immobili.
- L’amministrazione dovrebbe impegnare più risorse per la manutenzione delle zone verdi presenti nel Lingotto, così da valorizzarle.
- Rivedere la situazione del trasporto pubblico dell’area, ripristinando la linea 18, ed assicurandosi un maggiore collegamento con l’area a est della ferrovia e con il centro.
- Assicurarsi che venga completato il progetto di realizzazione del complesso di Housing Sociale nell’ex Villaggio Olimpico e si trovi una destinazione d’uso definitiva per le Arcate.
- Assicurarsi la realizzazione della nuova pista ciclabile di via Giordano Bruno che oggi grida vendetta (realizzata sul marciapiede, coi i pali dell’illuminazione pubblica che dividono i due sensi di marcia)!